Rimborsi spese nello sport dilettantistico: arriva la rivoluzione

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Cambi radicali all’orizzonte sotto il profilo fiscale e normativo

Cambi radicali all’orizzonte per lo sport dilettantistico. Con il 2023, chiunque presterà la propria opera di atleta, tecnico o dirigente per una società sportiva, potrà farlo solo come professionista riconosciuto o come volontario. Virtualmente dal primo gennaio, termine che molto probabilmente slitterà a luglio, spariranno tutte le figure semi-professionali che integravano il loro reddito lavorando nello sport.

Le novità

Le norme prossime a entrare in vigore, introducendo la figura del “lavoratore sportivo”, stabiliscono chi dedicherà tempo alla promozione, all’insegnamento o alla pratica agonistica di una disciplina, anche in una realtà dilettantistica, dovrà farlo o professionalmente o a titolo di volontariato. Nel primo caso, rispondendo a un contratto o emettendo fattura, nel secondo, percependo solo dei rimborsi di fronte a spese che siano effettivamente sostenute.

Lavoratori sportivi

Il risultato più evidente della riforma è che in futuro i lavoratori sportivi dovranno essere vincolati alla propria società da un contratto di lavoro subordinato o di collaborazione continuativa o, altrimenti, che dovranno aprire una partita Iva ed emettere fattura. Non solo: essendo equiparato a qualunque altro lavoratore, l’operatore sportivo, che sia atleta, tecnico o dirigente per essere abilitato, dovrà frequentare i corsi di formazione sulla sicurezza come gli altri professionisti. Se dipendente pubblico, come i docenti di attività motorie impegnati nel pomeriggio come allenatori, dovrà ottenere un’autorizzazione specifica per esercitare la propria attività. «L’aumento degli adempimenti a carico delle società si tradurrà in un incremento delle spese per migliaia di euro. Per gli operatori, il regime fiscale rimarrà agevolato fino ai 15 mila euro, ma per il resto saranno trattati come qualsiasi altro lavoratore».

Volontari

L’alternativa, sarà esercitare la propria attività a titolo di mero volontariato, accontentandosi quindi di piccoli rimborsi per le spese effettivamente sostenute e documentate e nel caso di rimborsi per la benzina, solo in relazione a viaggi al di fuori del Comune di residenza. Per esempio un atleta di Bari (o allenatore, o dirigente) residente a Monopoli dovrà spostarsi per ragioni sportive a Bari, moltiplicherà i 24 chilometri riportati dalle tabelle del Coni per il numero di viaggi e il risultato così ottenuto per il rimborso chilometrico. Per le note spesa “creative”, di conseguenza, non ci sarà più spazio. .